Peter, Il Legno E Le Pecore
Sin da quando era bambino, Peter Trojer ama i lavori manuali. E, da allora, adora anche il legno. La passione di Peter è diventata la sua professione e, un po’ più tardi, anche la sua arte.
Quando Peter Trojer guarda attraverso le finestre del suo laboratorio, ricoperte da un velo di polvere, il suo sguardo si posa sulle alte cime attorno a Courmayeur. Si ergono proprio dinanzi a lui e gettano l’edificio nell’ombra. Nel laboratorio ci sono grandi macchinari, piccoli utensili e pezzi di legno di varia misura. In un angolo sono appoggiati dei pezzi di metallo.
Peter è falegname e scultore in legno. “Uno è la mia vita, l’altro il mio amore”, intendendo dire che il lavoro del falegname gli serve per guadagnarsi da vivere, mentre la scultura è la sua vera passione. Sin da bambino Peter era entusiasta di lavori che richiedessero una buona manualità ed era affascinato dal legno. Si arrampicava su ogni albero e costruiva capanne tra le alte chiome e nei boschi. “Da noi in Val d’Aosta il legno ha una lunga tradizione”, spiega Peter. É un materiale che attira l’interesse anche di molti giovani. Proprio come successe a Peter, che da giovane iniziò a lavorare in una falegnameria. Entrò in contatto con l’arte scultorea per la prima volta circa 15 anni fa. Prese qualche ora di lezione presso uno scultore della valle, per imparare le tecniche basilari. In seguito si perfezionò da autodidatta.
Legno vivo
Sono la versatilità e la vivacità del legno le due peculiarità che maggiormente attirano Peter. Il legno esiste in natura in così tante forme e variazioni differenti e anche in molti dei nostri oggetti di uso quotidiano si trova almeno un piccolo pezzetto di legno. “Il legno vive, respira e cambia. Dapprima come albero, ma anche dopo, quando è stato trasformato in un oggetto finito. É una cosa che mi piace.” Nel corso del tempo diventa più scuro oppure sbiadisce. Si restringe oppure si espande - a seconda della temperatura e dell’umidità. Il legno viene dunque influenzato dall’ambiente che lo circonda. Oltre ad essere - con le sue stigme e venature - un materiale che mette alla prova. “Mi piacciono queste sfide. Quando si rispetta il legno, esso ti restituisce qualcosa”, afferma Peter.
Circa l’80 percento del legno che usa per le sue sculture proviene dalla regione. Il legno che preferisce sono il tiglio e il cirmolo. Entrambi i tipi di legno sono morbidi e si lasciano plasmare e lavorare con facilità. Del tiglio Peter apprezza il colore chiaro, quasi bianco. Mentre il cirmolo ha un odore molto intenso, che esercita un effetto calmante. A dimostrazione di quanto affermato Peter pialla qualche truciolo di cirmolo e ce lo fa annusare. Poi scompare in una piccola stanza e ritorna con una bottiglia contente un liquido rosso. Annusiamo — è grappa di cirmolo. Peter distribuisce bicchierini per tutti e insieme brindiamo con un bel “cin-cin”.
Combinazione di opposti
Ma le sculture di Peter non sempre sono realizzate solo in legno. Gli piace combinarlo con diversi metalli. “I materiali sono completamente diversi - alla vista, al tatto e dal tipo di lavorazione richiesto. É questo ciò che mi affascina.” Il tempo che ci impiega a realizzare un’opera d’arte non dipende solo dalla misura e dalla complessità. “Nell’arte ogni giorno è diverso dall’altro. Nella falegnameria posso lavorare tutti i giorni dalle 8 alle 16 alla realizzazione di un prodotto. Ma quando scolpisco, spesso non riesco a starci per più di un’ora o due”, spiega. Si tratta di avere la vena giusta e di mettere il lavoro da parte ripetutamente per farlo riposare e di prendersi il tempo necessario. “Mi capita spesso di doverlo lasciare sedimentare ed agire, di ripensarci ancora una volta.”
L’ispirazione Peter la trova dappertutto nella sua vita quotidiana. Spesso realizza rapidamente una bozza su carta, in modo da avere un modello in un secondo momento. “E molto spesso finisco per creare una cosa completamente diversa rispetto alla mia idea iniziale”, dice ridendo. É parte di un processo. Ciò che salta all’occhio sono le pecore, che ricorrono frequentemente nelle sue creazioni. Alla domanda quale sia il motivo, Peter risponde semplicemente dicendo: “Sono animali eleganti e divertenti. Quando le si guarda, si è felici. L’allevamento di pecore vanta una lunga tradizione qui in Val d’Aosta.” Le pecore sono tanto tipiche per questa regione quanto lo sono le montagne. Anche le catene montuose sono spesso rappresentate nei lavori di Peter. Guardando per l’ultima volta attraverso la finestra impolverata si vede che il sole è ormai definitivamente tramontato dietro all’imponente montagna, avvolgendo nell’ombra non solo il laboratorio di Peter, ma anche l’intera valle.
Testo: Harald Triebnig
Photos: Sophie Kirchner // friendship.is
06 Maggio 2020